La crescita dell’Internet of Things (IoT) assomiglia a quella di una foresta, silenziosa ma costante. Secondo il recente rapporto della School of Business del Politecnico di Milano, gli oggetti connessi digitalmente sono 124 milioni solo in Italia. Le persone che possono accedere al web nel nostro Paese sono invece stimate in circa 50 milioni.
Qualsiasi cosa può potenzialmente essere connessa (veicoli, elettrodomestici, macchinari industriali, dispositivi medici, attrezzature sportive, capi di abbigliamento, ecc.). Le tecnologie ci sono: sensori incorporati a basso costo, protocolli specifici di rete, stoccaggio dei dati raccolti con il cloud computing, AI, machine learning e big data per la loro elaborazione.
Nell’esperienza di C.NEXT, che lavora da tempo sulle applicazioni dell’IOT in diversi settori, i campi di utilizzo principali possono essere automobili “intelligenti” e mobilità, domotica, mondo delle utility (con i contatori smart), Industria 4.0, telemedicina e salute.
Se guardiamo alle tendenze trasversali in atto notiamo almeno due fenomeni comuni a tutti i settori.
L’IoT permette innanzitutto al produttore nuove modalità di gestione del ciclo di vita di componenti e sistemi: un flusso imponente di dati dà informazioni sulle performance del prodotto, sulle necessità manutentive, sull’uso da parte dell’utilizzatore. Un caso fra tutti: Tesla ha apportato miglioramenti e modifiche sostanziali alle dotazioni tecnologiche e alle funzionalità dei propri modelli analizzando in remoto, tramite l’IoT, il comportamento di guida e d’uso dei propri clienti.
Un altro fenomeno rilevante è la “servitizzazione”, cioè l’uso di un prodotto senza averne il possesso. La possibilità di non acquistare un bene fisico e allo stesso tempo di godere del servizio connesso è stata enormemente potenziata dall’IoT. Un esempio chiarisce bene il cambiamento in atto: nel mondo degli elettrodomestici Hayer-Candy ha lanciato in Italia il servizio Washpass, che assicura capacità di lavaggio degli indumenti senza dover acquistare la lavatrice, che è data in uso dal produttore. Il contratto prevede una quota fissa e una quota variabile a lavaggio e si basa sul monitoraggio in remoto della macchina tramite connessione alla rete.